Il buon andamento dei prezzi dei capi suini penalizza la macellazione, mentre dicembre risulta favorevole al Prosciutto di Parma.

Grazie alla continua crescita dei prezzi dei suini da macello, in dicembre, l’indice Crefis di redditività del comparto allevatoriale italiano ha fatto registrare ancora un segno positivo: +6,5% su base congiunturale; questa situazione favorevole ha portato anche il dato tendenziale a riprendere timidamente quota: +0,3%.
Rivolgendoci al mercato, infatti, si registrano quotazioni dei capi da macello tutte in ascesa rispetto ai valori del mese precedente. Il prezzo medio mensile dei suini da macello destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,645 euro/kg per gli animali della tipologia pesante, con un aumento congiunturale del +7,1%; anche la variazione tendenziale, che mostra l’andamento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è nettamente positiva (oltre il 35%).
Anche per quel che concerne i suini da allevamento, i dati sono in aumento con il prezzo dei capi da 30 kg salito a 2,242 euro/kg per una variazione congiunturale del +10,9% e tendenziale del +12,3%.

Sempre in dicembre la situazione favorevole dei prezzi dei capi da macello, nonostante l’aumento delle quotazioni di lombi e cosce, si è riverberata negativamente sulla redditività della macellazione italiana che mostra quindi, a livello congiunturale, l’indice Crefis a -1,7% e a livello tendenziale -16,6%.
Come dicevamo le quotazioni delle cosce fresche della tipologia pesante destinate a produzioni tipiche sono salite a 4,910 euro/kg, con una variazione mese su mese del +2,7%. Anche il dato tendenziale è risultato positivo e pari a +29,3% segnando il valore più alto dal marzo del 2018. Stesso andamento per le quotazioni delle cosce fresche destinate a produzioni non tipiche, sempre della tipologia pesante, con il valore arrivato a 4,120 euro/kg (+0,7% la variazione congiunturale e +31,5% il dato tendenziale). Sottolineiamo che il valore attuale risulta il più alto registrato da ottobre 2017.
Passando alle quotazioni dei lombi a dicembre si rileva un aumento dei valori su base congiunturale: il taglio Padova ha raggiunto i 3,475 euro/kg (+11,2%) mentre il taglio Bologna ha segnato 3,463 euro/kg (+14,5%). Le variazioni tendenziali però sono risultate negative per entrambi i prodotti: -0,1% e -1,6%, rispettivamente.

Infine, uno sguardo al comparto della stagionatura. In dicembre risultano contrapposti gli andamenti dell’indice Crefis di redditività per quanto riguarda il prodotto Dop e quello non tutelato. Il Prosciutto di Parma della tipologia pesante ha fatto registrare un dato congiunturale in crescita del 5,8% e ancor più alto il dato che emerge dal raffronto con la situazione nello stesso periodo ma dell’anno scorso: +34,9%. Tutto ciò grazie all’aumento dei prezzi del prodotto stagionato e al calo dei costi di approvvigionamento delle cosce fresche avvenuto a inizio stagionatura. Per il prodotto non tutelato invece l’indice di redditività, sia come dato congiunturale che tendenziale, risulta in calo per le motivazioni opposte che hanno condizionato il prodotto tutelato: cosce fresche con prezzi in aumento all’acquisto e quotazioni stazionarie del prodotto stagionato. La variazione congiunturale, infatti, è stata pari a -1,9% mentre quella tendenziale è risultata in flessione del 20,4%.
Questa situazione ha portato il differenziale di redditività tra le due tipologie di prodotto ad aumentare ulteriormente a favore delle Dop: +33,8%.
Sul fronte del mercato troviamo conferma di ciò che è stato appena illustrato: a dicembre il Prosciutto di Parma stagionato della tipologia pesante ha raggiunto una quotazione media mensile di 9,260 euro/kg, con un aumento dell’1,5% rispetto al mese precedente; la quotazione attuale resta inoltre al di sopra di quella fatta registrare nello stesso periodo del 2021 (+18%).
Diverso come dicevamo l’andamento per il prodotto pesante non tutelato che ha visto quotazioni ferme a 6,275 euro/kg; la variazione tendenziale resta però positiva e pari a +1,6%.