Oggigiorno sentiamo parlare sempre più spesso di cambiamento climatico, di riscaldamento globale ma anche di accrescimento della produzione agricola complessiva.

Se da un lato il sentire globale riscontra uno stress agricolo causato dal cattivo uso del terreno, dalla scarsità di acqua, dall’uso di diserbanti e di fitofarmaci, da disboscamenti per gli incendi sempre più devastanti, da scarse precipitazioni, dall’altro ci ritroviamo con una sempre maggiore richiesta di produzione agricola per fronteggiare un mercato sempre più esigente e differenziato come è quello dell’agroalimentare e dei prodotti cosmetici.

Tutto ciò porta l’imprenditoria agricola in generale, il mondo giovanile ed il mondo rurale a rivedere le proprie conoscenze e la sua cultura per ricercare nuovi modelli innovativi di tipo produttivo, di imprenditorialità e di ricerca per nuove colture.

Ci troviamo così all’inizio di un percorso caratterizzato da un dualismo procedurale mirato a ricercare modelli per sviluppare un’agricoltura sempre più sostenibile a livello di riscaldamento globale, attraverso pratiche che vanno dalla riduzione dei consumi di acqua a quello dell’impiego di fitofarmaci, ma anche a rivedere il modello di impresa agricola puntando sia sulla ricerca innovativa che sulla redditività economica della produzione attraverso la riduzione dei costi di lavoro e, non meno importante, sul miglioramento della tecnica di vendita e di impiego dei prodotti agricoli.

Su questi temi sono diverse le imprese ed i giovani che si stanno cimentando sempre di più per ricercare accanto alle tradizionali colture dei cereali, dell’olivo, della vite, degli alberi da frutto (mele, agrumi, pere, albicocche, ciliege, pesche, prugne, ecc.) o degli ortaggi l’inserimento di nuove specialità colturali che ben si adattano al nuovo clima ma anche ai gusti e alle nuove abitudini dei consumatori finali in termini di uso agroalimentare e di cosmesi.

L’azienda “Piante innovative” da quanto tempo si sta muovendo in questa logica e con quali risultati?

La ricerca piante Innovative è iniziata nel 2008 in Piemonte, ma ancor prima era già in essere con la riscoperta della canapa tessile nel 1999. Stevia, Canapa, Perilla e Okra erano il nostro giardino di riferimento, ci aprirono gli occhi su quanto poco conoscevamo e conosciamo della Natura,  ci colpì il grande potenziale di ognuna di queste specie e la scarsa diffusione in campo agricolo.  Da allora abbiamo ritrovato e coltivato e raccontato oltre 108 specie diverse, varietà orticole, auto seminanti, perenni e annuali correlate fra loro da una diversificazione produttiva rivolta anche al ripristino ambientale della sua diversità, al minor dispendio di risorse e a metodi per aumentare l’humus e la riqualificazione del suolo, nostro unico bene in quest’epoca di cambiamenti. Dove tutto si digitalizza, ritrovare e ricoltivare piante vive e vegete, con una genetica un po’ selvatica propria della cultura contadina di riferimento e delle buone pratiche colturali connesse ha aperto una strada di riscoperta tutt’ora in corso di approfondimento e realizzazione. A quelle poche specie di piante, con quei canoni di ricerca si sono aggiunte grazie a incontri, scambi, mercati studi e sperimentazioni in campo altre piante come il salao (Atriplex halimus), la margherita elettrica (Acmella oleracea) e moltissime altre. Ogni anno ne seminiamo di nuove e cerchiamo di carpirne i possibili utilizzi, la cultura e le tradizioni che l’hanno impiegata, la sua diffusione del mondo, o il valore che poteva assumere nelle diverse epoche, con risvolti davvero futuristici e innovativi; e come non apprezzarne la bellezza, l’atipicità di alcuni singoli esemplari e di altre l’abbondanza, di piante apparentemente sconosciute; ecco che queste piante aprono la mente, ci ridanno radice e senso.  Ora in buona parte tale ricerca prosegue in Toscana, in una frazione del Comune di Palaia (PI) , terre fra boschi, olivi e viti, tralasciate dall’industria agricola negli anni ’60, dove con la richiesta di mano d’opera per la Piaggio i contadini abbandonarono in buona parte queste terre. In 7 anni di lavoro abbiamo recuperato alcuni seminativi, e il progetto è tutt’ora in corso di realizzazione.

Questa tipologia di piante, definite come piante innovative, gettano uno sguardo in avanti rivolgendosi alla sostenibilità e alla ricerca in campo, alla permacultura e all’autoproduzione, permettendoci al tempo stesso di riscoprire usanze andate perdute ed utili ai nostri giorni.

Sicuramente siamo artigiani e corsari di piante con l’obiettivo specifico di muoverci verso una progettualità che miri alla sostenibilità, alla bellezza e alla cultura che si apre a nuove e antiche tradizioni.

Quali è la tipologia di piante e di prodotti che maggiormente pensate possano recarvi vantaggio e quali sono i vostri ideali?

“I nostri punti cardinali sono Natura e la vita, resilienza, diversità e sostenibilità, essere umano, ambiente, arte e scienza” che si realizzano attraverso piante in campo, recupero dei semi, riproduzione delle piante, lavori di progettazione, realizzazione e piantumazione, recupero e gestione degli elementi naturali, riuso dei materiali, costruzione con il Bamboo, visite guidate e condivisione…

Le nostre produzioni si basano su varietà antiche e curiose di piante orticolearomatiche ed ornamentali coltivate con metodi naturali come ad esempio l’Acmella Oleracea (margherita elettrica, pianta del dentista), l’Allium Cepa Viviparum (cipolla che cammina), Fagopyrum Cymosum (l’albero degli spinaci), ecc., sementi autoprodotte di varietà antiche e insolite di piante commestibili e officinali come agli, cipolle e tuberi, piante aromatiche, cavoli, insalate e foglie da taglio, ecc., miele millefiori da agricoltura contadina e libri editi da Natura Maestra.

Info: www.pianteinnovative.it