La pandemia COVID-19 sta causando una grave crisi sanitaria a livello mondiale, con effetti a cascata sul sistema economico. La crescente diffusione del virus ha spinto i governi di tutto il mondo a introdurre misure eccezionali per il suo contenimento, come la chiusura temporanea di aziende e attività commerciali, restrizioni ai viaggi e alla mobilità, che hanno inevitabili conseguenze sui mercati economici e finanziari, comportando erosione di fiducia e incertezza elevata. Quantificare l’impatto delle misure adottate sulla crescita del PIL non è semplice, ma è del tutto evidente che esse porteranno a forti contrazioni nel livello della produzione, nella spesa delle famiglie, negli investimenti e negli scambi con l’estero. Apparentemente il settore agroalimentare non è tra quelli maggiormente toccati, almeno direttamente, da tali misure anche se numerosi fattori intervengono a modificare gli equilibri di mercato. Il blocco delle economie nazionali ha interessato interi settori, come quello alberghiero, della ristorazione, del commercio al dettaglio non essenziale, del turismo e quote significative di produzione, con evidenti riflessi anche sul settore agroalimentare.
Le simulazioni, riportate in questo studio, ed effettuate dal CREA – Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia, riguardano nello specifico il settore agroalimentare e si riferiscono ad un orizzonte temporale di medio periodo. I modelli impiegati per la simulazione sono AGMEMOD e CAPRI, due modelli econometrici ben consolidati nell’analisi dei trend del settore agroalimentare. Nei modelli sono stati ipotizzati scenari alternativi di riduzione del PIL compresi in una forbice che va da -1,5 a -5 punti percentuali, sulla base delle indicazioni inizialmente fornite dai diversi studi internazionali. Di fatto tale riduzione risulta oggi sottostimata, per cui gli effetti potrebbero essere amplificati in una misura incerta in quanto dipendenti dalla durata del lockdown. All’interno dei modelli, il calo della domanda dell’Horeca è catturato dalla contrazione del PIL. Laddove, come prevedibile, il calo del valore aggiunto nel settore della ristorazione fosse maggiore rispetto alla variazione del PIL, considerato il peso del settore sugli acquisti totali di prodotti agroalimentari, i riflessi in termini di domanda e di reddito sul settore agroalimentare sarebbero amplificati.