I prezzi delle materie prime per l’alimentazione gravano sulla redditività dell’allevamento, i prezzi dei suini e dei lombi freschi su quella della macellazione. Sempre stabili (e bassi) i prezzi dei prosciutti stagionati.

L’anno nuovo si apre con un calo della redditività della suinicoltura italiana. Nonostante la lieve ripresa dei prezzi dei capi da macello, a gennaio il pesante aumento dei costi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione non ha permesso al segmento di mantenere redditività, tanto che l’indice Crefis risulta negativo sia nei confronti della situazione di dicembre 2020 (-2,1%) che nella variazione tendenziale, ovvero rispetto ai valori dello scorso anno (-34,8%). Ed è proprio quest’ultimo dato che evidenzia la difficoltà nella quale si trova oggi il comparto suinicolo.

Come dicevamo i prezzi dei suini da macello, in gennaio, sono risultati in aumento rispetto ai dati del dicembre scorso e questa situazione positiva è dovuta alla ripresa della domanda di capi e alla contestuale stabilità dell’offerta. In dettaglio, il prezzo medio mensile dei suini da macello pesanti destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,243 euro/kg in aumento, rispetto al mese precedente, del 2,4%, ma ancora in pesante discesa rispetto ai valori registrati nello stesso periodo del 2020 (-27%). Stessa situazione per le quotazioni dei suini da macello pesanti destinati al prodotto generico: il prezzo medio mensile in gennaio è arrivato a 1,133 euro/kg, ovvero +3,4% rispetto a dicembre ma -28% nei confronti allo stesso mese del 2020. Simile, infine, la dinamica dei prezzi dei suini da allevamento che, nella tipologia 30 Kg, ha mostrato un incremento congiunturale favorevole (+14,6%), per un valore a 2,287 euro/kg, ma risulta fortemente negativa a livello tendenziale (-30,6%).

Sempre nel periodo preso in esame, la redditività dell’industria della macellazione suina subisce una brusca frenata, ma solo a livello congiunturale, come conseguenza sia dell’aumento dei prezzi dei suini, che della contrazione dei prezzi dei lombi freschi. L’indice di redditività calcolato da Crefis scivola così verso il basso, raggiungendo un dato mese su mese del -6,1%. Mentre risulta positivo il confronto tendenziale a +19,6%.

Sul fronte del mercato, in gennaio, le quotazioni delle cosce fresche pesanti destinate a produzioni tipiche hanno raggiunto un valore di 3,816 euro/kg, con una lieve crescita a livello congiunturale (+0,5%) ma rimanendo molto al di sotto dei prezzi registrati a gennaio dell’anno scorso (-11% il dato tendenziale). In aumento anche i prezzi delle cosce fresche pesanti destinate a produzioni non tipiche che hanno quotato 3,186 euro/kg, il che determina una variazione su base mensile del +1,7%, ma del -15,4% su base annuale.

E veniamo alla forte riduzione dei prezzi dei lombi freschi. Il taglio Padova è sceso del -10,6% rispetto al mese precedente, fermandosi a 3,113 euro/kg, mentre la quotazione del taglio Bologna è diminuita del -18% (2,888 euro/kg). Anche le variazioni tendenziali sono risultate negative per entrambi i prodotti: rispettivamente -15,7% e -21,1%.

Per quanto riguarda la stagionatura dei prosciutti, a gennaio – come spesso accaduto nel recente passato – la stabilità dei prezzi del prodotto stagionato e i bassi costi di acquisto delle cosce fresche sostenuti dodici mesi prima sono sfociati nell’aumento della redditività. L’indice Crefis per il prodotto Dop pesante ha mostrato, a livello congiunturale, un incremento dell’1,2%; da sottolineare però che la variazione tendenziale è negativa (-13,7%). Andamento simile, a gennaio, lo mostra il prosciutto stagionato pesante non tutelato, con redditività in lievissimo aumento rispetto a dicembre (+0,1%) e nettamente in crescita a livello tendenziale (+19,8%).

In questa situazione, a gennaio il gap di redditività tra produzioni Dop e generiche rimane negativo (ovvero a favore di queste ultime); anche se migliora rispetto a dicembre, il differenziale si attesta pur sempre a -20,1%.

Concludiamo con uno sguardo al mercato dei prosciutti stagionati che, a gennaio, mostra stabilità dei prezzi ma a livelli nettamente inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso. Il Prosciutto di Parma pesante presenta una quotazione media mensile di 7,850 euro/kg, stabile rispetto a quella dello scorso dicembre ma decisamente al di sotto del valore del 2020 (- 7,4%). Stessa situazione per il prosciutto pesante stagionato non tutelato che, sempre a gennaio, ha fatto registrare un prezzo medio mensile fermo a 6,175 euro/kg; che a livello tendenziale significa -1,6%.