Passarini al convegno del Coordinamento FREE nell’ambito di Ecomondo Digital: sì a impianti su edifici rurali e in zone non idonee alla coltivazione.

Il futuro sviluppo del fotovoltaico nel contesto agricolo dovrà puntare sul pieno coinvolgimento degli imprenditori agricoli, non essere invasivo ma rispettoso della natura e del paesaggio rurale e, soprattutto, non consumare terreno coltivabile. Questa la posizione di Cia-Agricoltori Italiani, portata da Gianmichele Passarini della Giunta nazionale al convegno “Fonti rinnovabili e imprese agricole: un matrimonio possibile”, organizzato dal Coordinamento FREE nell’ambito di Ecomondo Digital, in cui è stato presentato il position paper “Nuovo fotovoltaico in ambito agricolo: una scelta green per il Paese e per il clima”, frutto del confronto tra Italia Solare, Elettricità Futura, Confagricoltura e Cia.

“Il position paper è il punto di partenza per un nuovo approccio alle rinnovabili -ha detto Passarini- che assegni agli agricoltori un ruolo centrale e li trasformi in protagonisti attivi e consapevoli della transizione verde. Integrare la produzione alimentare con la produzione energetica può diventare un fondamentale aiuto al reddito aziendale, ma il fotovoltaico del futuro deve essere costruito secondo schemi più lungimiranti, ovvero senza sottrarre suolo all’agricoltura e in armonia con il paesaggio agrario”.

Questo vuol dire, ha continuato il presidente di Cia Veneto, che “la copertura fotovoltaica degli edifici rurali, partendo dalle strutture strumentali all’attività agricola come stalle e magazzini, è il primo punto su cui lavorare per favorire una più ampia diffusione degli impianti in ambito agricolo”. Per esempio, con il fotovoltaico sulle stalle “si possono migliorare le prestazioni degli allevamenti sia in termini energetici che di benessere degli animali, con interventi che favoriscono la mitigazione degli impatti emissivi”.

Inoltre, sempre per contribuire all’obiettivo Ue di riduzione al 2030 delle emissioni climalteranti, “si può favorire anche la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, ma solo su aree agricole abbandonate, marginali o dichiarate non idonee alla coltivazione -ha ribadito Passarini-. Solo in questo modo, l’ulteriore sviluppo del fotovoltaico in agricoltura può davvero rappresentare un elemento di crescita, sia economica che ambientale, molto importante per il settore, per i territori e per le comunità locali”. Per tutto questo, ha concluso il dirigente Cia, “vogliamo essere coinvolti a livello istituzionale sulla materia, per costruire insieme il fotovoltaico del futuro”.