Battista, bene Regione Puglia, che su nostra richiesta si impegna a inserire la zootecnia nella Misura 21.

“Accogliamo positivamente l’intenzione manifestata dall’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia di voler avviare una trattativa finalizzata all’inserimento della zootecnia nella Misura 21 del PSR 2014/20, recante il sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori e PMI colpiti dalla crisi Coronavirus”. Lo afferma il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista a margine di due riunioni del partenariato economico-sociale della Regione Puglia sul vivaismo nelle aree delimitate e sulle problematiche del settore lattiero-caseario.

“La Misura 21, che al momento vede beneficiari il settore floricolo e il settore viticolo, ha una disponibilità di 32 milioni di euro, a fronte di impegni di spesa che ammontano a circa 18,8 milioni di euro; per una regione che è fanalino di coda in merito ai fondi spesi del PSR 2014/20 appare paradossale rischiare di non spendere 13 milioni di euro per il comparto zootecnico, che è stato fortemente colpito dalle restrizioni causate dalla pandemia”, rimarca Battista.

“Quanto invece ai vivai, per i quali a breve arriverà il bando per consentire gli adeguamenti nelle zone delimitate, riteniamo necessario che oltre alla puntuale definizione delle attività previste dal regolamento 1201 di agosto si provveda all’applicazione dell’articolo 18, con il superamento del vincolo di esclusività per i reimpianti di olivo limitati esclusivamente alle varietà FS-17 e Leccino; se, infatti, si intende correttamente inserire mandorlo e ciliegio tra le possibili riconversioni produttive, questa limitazione pare eccessiva e non più giustificata”, prosegue il presidente.

“Per tali ragioni, riteniamo opportuno procedere, in tempi brevi, all’individuazione di un regime di aiuto in grado di indennizzare il settore; da anni sollecitiamo l’opportunità di prevedere che gli indennizzi possano rientrare nei rimborsi previsti dai piani fitosanitari nazionali e superare le limitazioni previste dal Dlgs 102/94. Ciò consentirebbe di avere un rimborso del 50% da parte del bilancio comunitario degli indennizzi erogati, in maniera tale che un pagamento di 5 milioni attiverebbe un rimborso di 2,5 milioni considerato che le limitazioni alla movimentazione del materiale vegetale rientra tra i danni riconosciuti”, conclude Battista.