Colasanti, proposte irricevibili in un momento di difficoltà, che mettono a rischio anche il ricambio generazionale. 

“La situazione legata alla pandemia di Coronavirus imporrebbe scelte prudenti e soprattutto non punitive nei confronti delle aziende agricole colpite duramente dalla crisi. Invece agli agricoltori ex-affittuari del Santo Spirito arrivano dalla regione Lazio incomprensibili e irricevibili richieste di aumento del canone con dei termini ultimativi nei modi, nei tempi e soprattutto nell’entità, che lasciano sbalorditi”. Lo afferma il presidente della Copagri Lazio Guido Colasanti, all’indomani dell’invio, da parte della Regione Lazio, di lettere di richiesta di aumento del canone di affitto dei terreni intestati all’ex-Santo Spirito, situati in una zona che lambisce la tenuta di Maccarese e arriva in zona Pisana e Ponte Galeria.

“Si tratta di terreni che da moltissimi anni vengono coltivati da famiglie di agricoltori grazie a specifiche concessioni che vengono rinnovate da circa ottant’anni”, spiega Colasanti, ricordando che la Copagri Lazio già a novembre 2020 aveva inviato una lettera sul tema all’assessore all’agricoltura Enrica Onorati.

“Nella lettera – ricorda il presidente della Copagri Lazio – oltre ad un pronto rinnovo dei contratti, sollecitavamo una moratoria degli affitti di durata congrua, che avrebbe consentito anche il fondamentale ricambio generazionale a favore degli agricoltori più giovani e che avrebbe permesso a tutto il sistema il superamento delle difficoltà”.

“A quanto pare, però, la voce della ragionevolezza non è stata ascoltata. Nonostante questo, proseguiremo in ogni modo possibile la nostra battaglia a favore delle aziende affittuarie, perché siamo convinti che con aumenti simili, generalizzati e non motivati, non si faccia il bene dell’agricoltura e quindi il bene del Paese, bensì il contrario”, conclude Colasanti.