Fase positiva per macellazione e stagionatura dei prosciutti Dop.

Parlando di allevamento suinicolo a ciclo aperto, l’aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per alimentare gli animali ha determinato una frenata della redditività della fase di svezzamento (lo stadio che va dalla gestazione al suinetto di 7 Kg) che, nonostante l’aumento dei prezzi dei capi da allevamento di 7 Kg, ha fatto registrare variazioni negative sia in termini congiunturali, ovvero rispetto al mese precedente (-2,5%) che tendenziali (-2,3%).

Ma in marzo, anche la fase di accrescimento (ovvero il periodo in cui i capi in due mesi vengono portati da 7 a 40 kg) fa registrare una redditività in calo del 5,3% rispetto al mese scorso e del 22% rispetto ai dati dello stesso periodo del 2022. In particolare, l’aumento dei prezzi dei capi da 7 Kg prima citato, oltre comunque alla situazione sfavorevole dei costi degli alimenti animali, ha pesato molto su questa fase allevatoriale. Queste due prime fasi dell’allevamento, infatti, sono quelle che più hanno risentito dell’aumento dei prezzi delle materie prime alimentari degli ultimi mesi. Resta ancora favorevole, invece, l’andamento della redditività su base congiunturale della fase di ingrasso che, sempre a marzo, ha segnato un +6,3%. Gli elementi determinati sono stati i prezzi in calo dei suini da allevamento a inizio ingrasso e le quotazioni alte dei suini da macello pesanti a fine processo che hanno compensato i costi delle materie prime. Resta negativo il dato tendenziale: -4,9%.

Per ciò che riguarda la redditività dell’allevamento a ciclo chiuso la dinamica vede, a marzo, un aumento mese su mese dell’1,6% ma, anche in questo caso, resta negativa la variazione tendenziale: -15,8%.

Sul fronte del mercato, a marzo, il prezzo dei capi da macello pesanti destinati al circuito Dop è aumentato raggiungendo i 1,552 euro/kg; +9,1% la variazione congiunturale e +10% la variazione tendenziale.

Mentre per ciò che riguarda il prezzo dei suini da allevamento da 30 Kg, in marzo si registra un incremento che ha portato il valore a 3,136 euro/kg, per una variazione congiunturale pari a +4,3%; ma a livello tendenziale si registra -5,6%.

Passando alla fase della macellazione, sempre nel periodo di riferimento, la redditività risulta ancora in crescita, con l’indice Crefis che segna +5,5% mese su mese e +7,6% su base tendenziale: nonostante i prezzi elevati dei capi pesanti da macello, l’aumento delle quotazioni dei tagli ha reso possibile questo risultato favorevole. Infatti, per ciò che concerne i prezzi dei principali tagli di carne suina fresca, in marzo, si registra l’aumento di valore delle cosce fresche della tipologia pesante destinate a produzioni tipiche, salite a 5,190 euro/kg: + 2% la variazione congiunturale e + 30,3% la variazione rispetto lo scorso anno. Così pure per la coscia fresca pesante destinata al prodotto generico che, a marzo, ha raggiunto un valore di 4,465 euro/kg per una variazione mese su mese del +4,4%. E anche in questo caso la variazione tendenziale è positiva e pari a +33,6%.

In aumento anche i prezzi dei lombi che per la tipologia taglio Padova hanno raggiunto i 4,075 euro/kg (+34,2% la variazione congiunturale, dato più alto da dicembre 2019), mentre per la tipologia taglio Bologna si è registrato un prezzo di 3,925 euro/kg (+31,4%). Le variazioni tendenziali sono risultate anch’esse positive per entrambi i prodotti e rispettivamente+14,8% e +19,8%.

In lieve aumento a marzo, anche la redditività degli stagionatori di prosciutti Dop: l’indice Crefis segna una variazione positiva dello 0,7% a livello congiunturale e +24,7% a livello tendenziale. Mentre per il prodotto non tutelato la redditività è calata dello 0,8% mese su mese e del 24,7% rispetto al confronto con i dati del 2021. Il differenziale di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche resta quindi ancora ampiamente a favore delle prime: +47,3%.

Infine, per ciò che concerne il mercato, a marzo si registra una fase favorevole sia per il prodotto pesante Dop, che fa registrare una quotazione media mensile pari a 9,610 euro/kg (+2,5% il dato congiunturale) sia per il prodotto generico, che, sempre per la tipologia pesante, ha raggiunto un valore medio mensile di 6,455 euro/kg (+2,9%). Positive anche le variazioni tendenziali e pari a +22,4% per il prodotto tutelato e +4,5% per quello generico.